Il Progetto Monte Croce. L’aggiornamento del rilievo e il Complesso del Monte Croce.

Riassunto. Nell’estate del 2021 i tre gruppi speleologici GSC1, GTS2, Lindner3 danno vita al Progetto Monte Croce. Il Progetto prende nome dall’omonimo passo sul confine italo-austriaco nelle Alpi Carniche. L’obiettivo è l’aggiornamento del rilievo di due interessanti cavità sul monte Pal Piccolo che cinge il Passo a oriente: la Caverna sulla Mulattiera del Pal Piccolo (2090/829Fr) meglio nota come Freezer o Palpiccola, e la Grotta di Monte Croce Carnico (4582/2583Fr). Nel 2005 il GTS ha realizzato il collegamento fisico tra le due grotte. Il Complesso di Monte Croce formato dall’unione delle due cavità costituisce oggi il secondo sistema per estensione nel settore della Catena Carnica, dopo l’area del Monte Cavallo di Pontebba. Il rilievo, realizzato in 9 uscite, ha visto la partecipazione di 18 speleologi. I lavori si sono conclusi nel novembre del 2023, tuttavia il mese successivo un’imponente frana ha reso inagibile l’accesso alle grotte, sommergendo in parte la strada e il sentiero d’accesso. Si dovrà attendere la messa in sicurezza dell’area prima di tornare a controllare le zone più profonde che potrebbero presentare delle possibilità di prosecuzione. Nella primavera del 2024 sono state depositate al Catasto Speleologico Regionale la planimetria, le sezioni e il modello tridimensionale del Complesso. Il nuovo rilievo registra la ricca e tormentata morfologia del sistema, che ha evidentemente attraversato diversi momenti di intenso rimodellamento.


Inquadramento geologico dell’area del Pal Piccolo. Sono indicate la posizione del Passo di Monte Croce Carnico e delle due grotte. Le aree azzurre indicano le zone altamente permeabili nei calcari devoniani. Le linee rosse indicano le faglie. Si nota chiaramente il prolungamento sotterraneo della faglia che attraversa il Complesso del Monte Croce. (Adattato dal WebGIS del CSR)

Il settore alpino della Catena Carnica principale si estende con continuità lungo la direttrice Ovest-Est, da S. Candido di Cadore a Tarvisio per circa 110 km e comprende i rilievi più elevati della Carnia, nonché il Passo di Monte Croce Carnico. Il Passo, oltre a costituire un punto di confine politico tra Austria e Italia, si trova oggi sullo spartiacque tra i bacini idrografici afferenti al Mare Adriatico a Sud e al Mar Nero a Nord. Tale rete di drenaggio si è formata in tempi relativamente recenti. Circa 500 mila anni fa l’attuale valle del But (Timau) non esisteva, infatti le cime del Monte Terzo a Sud e la Creta di Mezzodì (Pramosio) a Sud-Est erano connesse da un diaframma roccioso. L’attuale vallata di Timau doveva essere un altopiano, sul quale transitavano le acque provenienti da Pramosio e che si gettavano dunque nel bacino danubiano. Il crollo del diaframma avrebbe in seguito aperto alle acque la via del Mare Adriatico, spingendo lo spartiacque nella sua posizione attuale.

La forma ad “U” del Passo indica un’intensa attività di esarazione glaciale. L’azione della massa ghiacciata e il trasporto fluviale durante le fasi interglaciali hanno asportato immense quantità di materiale roccioso derivante dai crolli e dall’erosione meccanica, scavando progressivamente la valle del But. L’azione dei ghiacci ha dunque condizionato sia le forme di superficie che la morfologia ipogea, che risulta particolarmente tormentata.
Le ripide pareti che cingono il Passo sono costituite da calcari devoniani. Esse sono attraversate da poche e ben marcate faglie che sono splendidamente visibili all’interno delle grotte. Attualmente, nell’area circostante il Passo sono note circa una sessantina di cavità di modeste dimensioni, alcune delle quali adattate a scopi bellici durante il primo conflitto mondiale. Il monte Pal Piccolo e una sua elevazione minore (il Monte Croce) ospitano le due maggiori cavità della zona, che risultano collegate: la Caverna sulla Mulattiera del Pal Piccolo (2090/829Fr) successivamente denominata Freezer o Palpiccola (ingresso: 1573 m slm) e la Grotta di Monte Croce Carnico (4582/2583Fr) (ingresso: 1508 m slm).

La grotta Palpiccola, nota da decenni agli abitanti di Timau, venne utilizzata dall’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Nei primi anni ’70 fu oggetto di esplorazioni da parte del Circolo Speleologico Idrologico Friulano che ne realizzò un primo rilievo parziale. Successivamente (1987-1988) la grotta venne esplorata dal CAT che trovò nuove diramazioni, estendendone notevolmente lo sviluppo. L’andamento spaziale della cavità è ricco e complesso: si tratta di un reticolo di gallerie e pozzi che giacciono su due specchi di faglia ortogonali. Le numerose diramazioni e gli snodi pongono una sfida al rilevatore, specialmente per lo sviluppo della sezione longitudinale. Il rilievo del 1988 risolve ottimamente le difficoltà tecniche, dividendo la grotta in rami e separando le diramazioni in corrispondenza degli snodi più importanti. Ne risulta un rilievo chiaramente leggibile. Alcuni rami laterali in corrispondenza dell’ingresso e nei rami alti verranno esplorati negli anni seguenti e non compaiono nella stesura del 1988.

Nel 1987 un socio del GTS sta salendo lungo la mulattiera verso l’ingresso della 2090/829Fr. Fermatosi due tornanti più in basso, si appoggia alla parete per bere un sorso d’acqua. Viene immediatamente investito da una corrente gelida che esce da una fessura. È così che viene scoperta la seconda cavità del complesso: la Grotta di Monte Croce Carnico (4582/2583Fr).
Pochi metri all’interno della parete si apre un vasto ambiente di crollo, delle dimensioni di circa 40m x 15m x 10m. La sala non è che la base di un’imponente galleria a sezione ellittica, con assi di 10m e 20m che sale con pendenza costante di circa 40 gradi. Risalendo la galleria per 70 metri si giunge a una zona interessata da crolli e arrivi d’acqua. Dato importante, una serie di basse e fangose gallerie freatiche supera la zona di crollo e punta in direzione Palpiccola. Anche a quote inferiori le sorprese non sono finite, infatti nella grande sala è ben visibile uno specchio di faglia, inclinato anch’esso a 40 gradi. Superata un’area ingombra di imponenti massi di crollo, si scopre che lo specchio di faglia prosegue e rimane visibile per un’area non inferiore a 900 m^2 creando uno spettacolare effetto di prospettiva. L’intera cavità segue la giacitura di questa faglia, mantenendo ovunque una pendenza costante di 38 gradi.

La grande galleria a sezione ellittica nella 4582/2583Fr, vista dalla base. Foto di Alessandro Pintus (19.11.2022)
Lo specchio di faglia, visibile per pochi metri nel salone della 4582/2583Fr, prosegue al di là del crollo. Foto di Alessandro Pintus (19.11.2022)

Tra il 2002 e il 2005 il GTS si dedica alla ricerca del collegamento tra le due grotte. Il posizionamento cartografico indica che i rami alti della 4582 devono necessariamente intercettare la grotta Palpiccola. Bruciando dei fogli di giornale nella grotta inferiore, finalmente viene individuato il punto di collegamento. Lo scavo per liberarlo richiederà di abbassare il pavimento di circa due metri, ma alla fine le gallerie della Monte Croce vengono intercettate.

In seguito alle esplorazioni, al rinvenimento di nuovi rami e al collegamento, i rilievi necessitavano di un aggiornamento minuzioso. Così nell’estate del 2021, su iniziativa di Antonino Torre (GSC), si decide di intraprendere la necessaria campagna di misure. Durante una cena alla Birreria di Poggio Terza Armata, nasce il Progetto Monte Croce: il gruppo di lavoro unisce speleologi del GTS, del GSC e della Lindner. A quest’ultima viene affidata la pianificazione del lavoro, il coordinamento delle squadre in grotta e l’elaborazione dei dati. Gianni Benedetti (GTS), presente durante i lavori di esplorazione e collegamento del 2005, mette a disposizione le sue dettagliate conoscenze delle due cavità e della zona circostante, nonché delle tecniche di rilievo. Per le misure, si sceglie di utilizzare il DistoX2 unitamente al software Topodroid. L’elaborazione finale della poligonale verrà realizzata con il software Therion, particolarmente adatto ad affrontare poligonali lunghe e ricche di diramazioni.

Grazie ai primi rilievi di entrambe le cavità, è stato possibile pianificare il nuovo rilievo in modo efficiente. Per prima cosa è stato scelto un codice identificativo per le due cavità: PP per la grotta Palpiccola e MC per la Grotta di Monte Croce Carnico. Poi si sono segnati tutti i punti di diramazione, e a partire da questi sono stati definiti i rami, assegnando una lettera identificativa a ciascuno. Grazie a questa suddivisione, le stazioni sono state organizzate gerarchicamente secondo lo schema GGr#, in cui GG indica la grotta, r indica il ramo e # è il numero progressivo della stazione. I rami minori e i brevi cunicoli laterali vengono indicati con GGr#.#. Senza questo schema non sarebbe stato possibile unire con sicurezza e precisione le circa 30 poligonali parziali.

I lavori sul campo sono iniziati il 17 luglio 2021. Il gruppo ha rilevato per prima la grotta Palpiccola, che presenta la maggiore complessità nel suo sviluppo spaziale, come accennato in precedenza. Il ramo principale (PPa) è stato completato in due uscite, mentre i 5 rami rimanenti (PPb – PPe, PPh) sono stati innestati su di esso nei mesi successivi. Contando su una presenza variabile da 3 a 9 rilevatori per uscita, il lavoro è stato diviso in piccole square di circa 3-4 persone che hanno potuto spostarsi con rapidità nei vari settori della grotta. Alcuni gruppi si sono dedicati all’armo delle risalite e alla sostituzione di vecchi armi nei traversi per consentire il movimento delle squadre di rilevatori. In totale, le squadre di rilievo hanno preparato 12 poligonali parziali, realizzando circa 1700 misure (comprese le misure laterali). I lavori nella grotta Palpiccola si sono conclusi all’inizio di Novembre 2022, ma la stesura dei disegni con il software Therion si è protratta nel 2023.

Un rilievo complesso come quello della grotta Palpiccola ha reso necessario scavare a fondo nelle funzionalità di Therion, particolarmente per quanto riguarda la restituzione della sezione longitudinale che richiede di spezzare la poligonale in punti precisi. Uno dei vantaggi nell’uso di Therion, oltre alla semplicità nel generare una poligonale tridimensionale, è proprio nella stesura di pianta e sezione. Infatti, i disegni vengono deformati automaticamente compensando gli eventuali errori di chiusura negli anelli chiusi di poligonale. Infine, Therion consente di stampare la pianta e la sezione evidenziando le quote con una scala cromatica, oppure evidenziando i rami con colori diversi. Questo facilita la lettura del rilievo, particolarmente quando i rami si sovrappongono.

Vestizione nei pressi della 4582/2583Fr. L’ingresso della grotta si trova dietro alle rocce, a destra nell’immagine. Foto di Alessandro Pintus (19.11.2023)

Nel frattempo, le attività di rilievo si sono spostate nella sottostante Grotta di Monte Croce Carnico. Forti delle lezioni apprese nella 2090, e grazie al suo sviluppo più lineare, il rilievo della 4582 ha presentato meno ostacoli tecnici. Si è scelto di dividere la grotta in 6 rami, indicati con le sigle MCa-MCe, MCg. Per ottenere il rilievo della cavità, 14 poligonali parziali sono state assemblate con Therion, generando anche in questo caso pianta, sezione longitudinale, e un modello tridimensionale della poligonale. Per la Grotta di Monte Croce Carnico, il disegno è stato realizzato con il software open-source Inkscape, più adatto a mimare il tratto di un pennino reale. Anche in questo caso si è ricorso all’uso di trasparenze e colori per facilitare la lettura del rilievo. La poligonale finale contiene 1346 misure (comprendenti sia le stazioni che le misure laterali) per uno sviluppo spaziale di 833m.

La stesura del nuovo rilievo è stata anche l’occasione per verificare alcuni punti di domanda che potevano rappresentare possibili occasioni di prosecuzione, particolarmente nei rami MCc, nella frattura che si apre perpendicolarmente alla faglia (MCa12.#) e negli stretti meandri superiori (MCg.8.#). In tutti questi casi, le prosecuzioni sono risultate inaccessibili. Rimarrebbe da verificare una zona interessante alla base del lungo meandro inferiore (punti MCb49.21 e seguenti) in cui Gianni segnala la presenza di alcune condottine inesplorate.

Purtroppo, nel dicembre del 2023 – appena un mese dopo la conclusione dei lavori – una frana di dimensioni colossali si è staccata dal Monte Croce, sommergendo in parte la SS52bis che porta da Timau al Passo e abbattendosi anche sul sentiero CAI-401 che dal parcheggio del Passo conduce alla vetta del Pal Piccolo (1867m). Nel momento in cui scriviamo, non è possibile accedere al Passo o alle grotte. Restano dunque da verificare gli ultimi punti di domanda in fondo al meandro inferiore. La speranza è che conducano a nuovi settori della grotta intercettati dalla faglia, tuttavia le probabilità di trovare un passaggio non sembrano alte.

Conclusasi la campagna di misure, la restituzione grafica e la generazione del modello tridimensionale, il Complesso del Monte Croce è stato depositato al Catasto Speleologico Regionale (link al rilievo). I dati del complesso sono riassunti nella tabella allegata a questo articolo. Con i suoi 1735m di sviluppo spaziale (1435m di sviluppo planimetrico) e i suoi 197m di dislivello totale, il Complesso del Monte Croce rende l’area del Pal Piccolo la seconda per importanza speleologica nel settore delle Alpi Carniche, dopo il grande Complesso del Monte Cavallo di Pontebba. Quest’ultimo ha uno sviluppo planimetrico di 3850m e una profondità massima stimata di quasi 700m, e comprende l’Abisso Klondike (4234/2370Fr), l’Abisso Livio Pastore (4255/2391Fr) e l’Abisso delle Kloce (4249/2385Fr).

La pianificazione iniziale e soprattuto l’adozione del codice di numerazione si sono rivelati indispensabili per portare a termine i lavori minimizzando gli errori ed evitando di perdere dati importanti, anche alla luce del fatto che chi si è occupato dell’elaborazione e della restituzione si trovava negli Stati Uniti per la maggior parte del tempo, partecipando quanto più possibile alla presa dati in grotta durante le visite estive o natalizie. Nonostante queste difficoltà il coordinamento (intercontinentale) delle squadre ha funzionato benissimo.

In totale, 18 speleologi si sono addentrati nel Complesso del Monte Croce nei due anni di attività del Progetto. In un’occasione, Mauro Kraus (GSSG4) si è unito alle attività di rilievo nella Grotta di Monte Croce Carnico, in particolare nella fessura che si diparte dalla grande galleria e nel ramo MCd, l’unico che presenta forme di concrezionamento e che dista pochi metri dalla parete esterna.

I componenti del Progetto Monte Croce sono:
Gianni Benedetti (GTS), Francesco Serafn (Lindner), Antonino Torre (GSC), Matteo Frandoli (Lindner), Davide Menin (Lindner), Alice Folladore (Lindner), Veronika Paulina (Lindner, ora CGEB5), Marco Sbisà (GTS), Enrico Magrin (Lindner), Alessandro Pintus (Lindner), Rajan Trobec (GTS), Mauro Kraus (GSSG), Marco Buttazzoni (GTS), Libero Modugno (GTS), Giulia Cecchetto (Lindner), Elena Serino (Lindner), Lorenzo Lastrucci (Lindner), Veronica Pinatti (Lindner). Appoggio logistico e in grotta: Mila Bottegal (GTS), Cristiano Peressini (Lindner), Chiara Ascari (Lindner), Laura Zonta (Lindner)

Dati morfometrici
Cavità

Sviluppo spaziale (m)

Sviluppo planimetrico (m)

Dislivello totale (m)

Quota massima (m)

Quota minima (m)

Grotta Palpiccola 2090 / 829 FR

902

741

87

Grotta di Monte Croce Carnico 4582 / 2583 FR

833

694

154

Complesso del Monte Croce

1735

1435

197

1623

1426

Uscite dedicate alla presa dati in grotta: 17.07.21, 18.07.21, 30.07.21, 28.08.21; 14.08.22, 11.09.22, 01.11.22; 29.06.23, 19.11.23

 

 

1GCS: Gruppo Speleologico Carnico
2GTS: Gruppo Triestino Speleologi APS (Trieste)
3Lindner: Società di Studi Carsici A. F. Lindner APS (Ronchi dei Legionari, GO)
4GSSG: Gruppo Speleologico San Giusto APS (Trieste)
5CGEB: Commissione Grotte Eugenio Boegan (Trieste)

 

Rappresentazione tridimensionale del Complesso del Monte Croce. Sono indicati gli ingressi delle grotte.
La squadra rilievi all’ingresso della Palpiccola. Autoscatto di Libero Modugno (22.08.2022)
Ci si appresta ad entrare nella 4582/2583Fr. Foto di Alessandro Pintus (19.11.2922)
Progressione all’interno della 4582/2583Fr. Si notano le forme di dissoluzione sul soffitto. Foto di Alessandro Pintus (19.22.2022)
Sinistra, centro: la caratteristica sezione a T del ramo MCe. Destra: la strettoia in corrispondenza di MCe6.1. Foto di Alessandro Pintus (19.11.2922)
Progressione sullo specchio di faglia (4582/2583Fr). Si notino le striature sulla superficie della roccia. Foto di Alessandro Pintus (19.11.2022)
In uscita dalla 4582/2583Fr. Foto di Alessandro Pintus (19.11.2022)

 

La squadra rilievi al parchggio del Passo di Monte Croce Carnico, di ritorno dalla grotta Palpiccola. Foto di Mila Bottegal (22.08.2022)
Pianificazione delle operazioni prima di entrare nella grotta Palpiccola. Foto di Rajan Trobec (22.08.2022)

 

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