Dopo la positiva esperienza del 2016, di pulizia dell’ “Abisso fra Fernetti e Orle (101/157VG)”, la Società di Studi Carsici A. F. Lindner di Ronchi dei Legionari (GO) ha voluto mettere nel programma d’attività anche per il 2017 un progetto di bonifica ambientale: la pulizia di una grotta con l’asportazione dei rifiuti in essa abusivamente gettati.
La grotta inizialmente individuata dai promotori dell’iniziativa, i soci Maurizio Maffei e Floriano Guidi, era la Grotta Maciah Lusa (Grotta dei Gatti) di Sgonico, in cui negli anni sono stati buttati rifiuti di vario genere, tra cui anche un’autovettura. Purtroppo questa pulizia non si è potuta fare in quanto il Comune di Sgonico, proprietario del terreno su cui si apre l’imbocco della grotta, non ci ha autorizzati per la presenza, segnalata a catasto, di materiale esplosivo (la descrizione riporta infatti che “La cavità risulta fortemente inquinata da rifiuti e materiali esplosivi”) che di fatto consiste nella presenza di alcuni bossoli di proiettili.
Maffei e Guidi a questo punto hanno segnalato un’altra cavità da ripulire: il “Pozzo presso Sgonico”, registrato al Catasto Regionale delle Grotte del FVG con il n. 216, Numero catasto storico 250 VG.
Una volta individuati i proprietari del fondo dove si apre il pozzo ed avuta l’autorizzazione ad accedere e ad effettuare l’intervento, messo al corrente anche il competente Ufficio Tecnico del Comune di Sgonico, abbiamo individuato la data per entrare all’opera: domenica 18 giugno 2017.
La grotta si trova a pochi minuti di cammino dall’abitato di Sgonico, in mezzo al terreno carsico, nelle vicinanze di un sentiero accessibile anche con veicoli. A margine di un masso si apre l’apertura del pozzo, con un salto di 42 m. diretto nel vuoto. La dislocazione dell’ingresso vicino alla stradina ha fatto sì che sia diventato un “comodo deposito immondizie”.
Una squadra di 11 soci della Società Lindner (composta da Maurizio Maffei, Floriano Guidi, Erich Zuttion, Erica Mesar, Antonella Miani, Loretta Crestani, Franco Bressan, Lorenzo Zucca, Dario Miniussi, Fabio Deffendi e Francesco Serafin) ha riportato alla luce, asportando dal fondo del pozzo di accesso a -42 m., circa un metro cubo di rifiuti domestici, materiale ferroso, materiale plastico e resti organici.
Nello specifico i rifiuti consistevano in materiale ferroso (lattine, filo di ferro, filtri dell’olio e scatole di metallo, per lo più molto arrugginito), rifiuti in plastica (secchi, bottiglie, pezzi di oggetti non identificati), borse e teli di nylon, polistirolo, vestiario e scarpe, contenitori di vario tipo (di medicinali), batterie, pezzi di vetro e ossa di animali.
Dalla grande quantità di ossa e teschi presenti in fondo al pozzo abbiamo constatato purtroppo che molti animali hanno trovato la morte cadendo all’interno di questa cavità: erano individuabili anche i resti di carcasse di un cinghiale e di un vitello ancora in decomposizione, causa di sgradevoli miasmi dovuti alla putrefazione. Proprio per ovviare al pericolo di cadute accidentali abbiamo deciso di mettere in sicurezza l’ingresso mettendo una copertura per impedire che qualcuno (animali o persone) cada inavvertitamente nel pozzo. Si sono prese le misure per la realizzazione di una grata, che a breve verrà posizionata all’ingresso della grotta. L’accesso agli speleologi e ai pipistrelli resterà comunque garantito in quanto la grata sarà semplicemente incernierata e potrà essere agevolmente sollevata per permettere l’ingresso alle persone e sarà dotata di aperture sufficienti per il passaggio dei pipistrelli.
Anche questa iniziativa ha dato molta soddisfazione alla Società Lindner, che con l’opera di volontariato dei propri soci, ha contribuito a restituire ad un’altra grotta la dignità di un ambiente carsico allo stato naturale, senza la traccia dell’inciviltà di quel genere di “uomini” che, nel tempo, hanno considerato le grotte come un posto adatto a gettare e nascondere immondizie.